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  • Immagine del redattoreClaudio Ventura

Salute e inquinamento: quanta microplastica ingeriamo?

Aggiornamento: 26 nov 2020

Secondo lo studio condotto dall'Università di Newcastle ogni essere umano ingerisce una quantità pari a 5 grammi di plastica, corrispondenti al peso di una carta di credito.



I rifiuti di plastica abbandonati nell'ambiente e non smaltiti correttamente, formano le microplastiche, che hanno un diametro che oscilla dai 330 micrometri ai 5 millimetri e che rappresentano una seria minaccia per gli ecosistemi e per la salute.

Molti studi recenti evidenziano, a tal proposito, gli effetti dello scorretto smaltimento di materie plastiche. Il report "Nevica plastica", ad esempio, che contiene i risultati dei campionamenti effettuati nel corso dell’ultima edizione (2019) della corsa in montagna più dura al mondo (Tor des Géants), stima che ogni anno, in Valle d'Aosta, cadrebbero 200 milioni di particelle di cui 80 milioni di microplastiche.

In pratica nevicano almeno 25 chili di plastica ogni anno.


A tale studio, inoltre, si è aggiunta la ricerca condotta dall'Università di Newcastle, in Australia, che ha stimato una quantità media pari a 1.769 particelle di microplastica, ingerita da ogni essere umano, ogni settimana semplicemente bevendo acqua. Tradotto in peso: cinque grammi di microplastiche finiscono nei nostri organismi ogni sette giorni (equivale al peso di una carta di credito).

Tale dato ovviamente dipende anche dalla localizzazione geografica, dal momento che, la quantità di microplastica ingeribile aumenta sensibilmente negli Stati Uniti d'America rispetto all'Unione Europea.

Oltre all'acqua un'altra fonte di microplastiche è rappresentata dai molluschi che, ogni settimana, porterebbero 182 microplastiche nel nostro organismo.

Le micro particelle diffuse nell'ambiente, però, derivano da tante altre fonti, incluse le fibre tessili artificiali (nylon e poliestere) e grandi pezzi di plastica che gradualmente si riducono e vengono dispersi in parti sempre più piccole in mare, nell'irrigazione e nell'alimentazione animale, sino a finire sulle nostre tavole.


E' chiaro, dunque, che quotidianamente ingeriamo una discreta dose di microplastiche all'interno del nostro organismo.

Tuttavia, lo studio non approfondisce in modo dettagliato i possibili effetti sulla salute umana, anche se è possibile ipotizzare che, nel lungo termine, l'introduzione di tali quantitativi di microplastica possa risultare dannosa.

Per evitare danni alla salute, dunque, è necessario intervenire riducendo la produzione di materiali plastici, individuando nuove, sostenibili e valide alternative a questo materiale, al fine di non incrementare ulteriormente il quantitativo di microplastiche che ingeriamo quotidianamente.


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