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  • Immagine del redattoreClaudio Ventura

“Non si tutela l’economia senza salvaguardare la salute”: ma ciò non vale per l'ex-Ilva di Taranto

Da troppi anni, ormai, l'acciaieria più grande d'Europa sta inquinando e avvelenando la città di Taranto e provincia, con conseguenze disastrose dal punto di vista sanitario ed ambientale. Un'area dove non sembra valere il motto “non si tutela l’economia senza salvaguardare la salute”.



In un periodo storico in cui il governo è costretto ad individuare un sottile equilibrio tra economia e salute al fine di contrastare la pandemia di COVID-19, la frase che più è utilizzata da esponenti politici è “non si tutela l’economia senza salvaguardare la salute”.


Ciò che sorprende (ma non troppo in realtà) è che l'equilibrio tra salute ed economia, non sia contemplato per l'area tarantina e per lo stabilimento ex-Ilva.

Da anni l'acciaieria è stata indicata come fonte di produzione di emissioni inquinanti, altamente dannose per la salute dei cittadini.

Polveri sottili, diossina, benzene e altre sostanze emesse dallo stabilimento, hanno comportato, nel corso degli anni, un evidente aumento di patologie tumorali e cardiovascolari.


Oltre al grave danno umano e sanitario, si aggiunge una profonda crisi che da anni sta colpendo l'acciaieria. la quale, risente della recessione che sta colpendo il mercato dell'acciaio europeo.

Inoltre, ogni giorno, si moltiplicano segnalazioni di malfunzionamenti, incendi, piccoli crolli all'interno della struttura, che possono compromettere la salute degli operai.


Infine, il fenomeno del Wind Day. Da anni chi popola le aree urbane situate in prossimità dello stabilimento, deve cambiare il proprio stile di vita nei "giorni di vento".

Secondo il Centro Salute Ambiente Puglia, infatti, "in occasione dei Wind Days a Taranto il vento proviene dal settore NORD – OVEST. In queste condizioni il vento soffiando dall’area industriale disperde in alcuni quartieri della città (Tamburi e Paolo VI) inquinanti di origine industriale, in particolare PM10 e il benzo (a)pirene.

La dispersione di questi inquinanti può determinare aumento del rischio a carico della salute dei cittadini di Taranto, in particolare per le persone che risiedono a ridosso dell’area industriale. Quindi tutte le volte che i modelli previsionali di ARPA Puglia segnaleranno, a causa delle condizioni metereologiche, un possibile aumento del PM10 oltre la soglia dei 50ug/m3 saremo nella condizione di «WIND DAY»."


In queste condizioni meteorologiche particolari, i cittadini sono invitati a rimanere in casa, chiudere le finestre, non frequentare spazi all'aperto, per prevenire l'insorgenza di patologie. L'invito, in particolare, è esteso a tutte le fasce a rischio che presentano patologie cardiovascolari pregresse.

Delle misure che, dunque, ricordano ciò che tutti stiamo vivendo in ogni zona del mondo a causa dell'emergenza virus, ma che, nel caso di Taranto, sono introdotte a causa dell'inquinamento prodotto dall'uomo stesso.


Esistono, però, soluzioni per conciliare lo sviluppo economico del territorio tarantino, con la salute dei cittadini e la tutela ambientale, e la speranza è che, nel prossimo futuro, siano effettivamente prese in considerazione dalle autorità competenti.

La città di Taranto non merita più il ricatto "lavoro o salute", ma un futuro più sano e sostenibile dal punto di vista economico, sociale ed ambientale.


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