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  • Immagine del redattoreClaudio Ventura

Nazena: la start up che trasforma gli scarti tessili in nuovi prodotti sostenibili e circolari

Aggiornamento: 29 ago 2022

Nazena è una start up vicentina fondata nel 2019 da Giulia De Rossi, nata con l'obiettivo di ridurre gli impatti ambientali del settore della moda e del packaging. Dagli scarti tessili post-industriali e post-consumo, infatti, Nazena realizza imballaggi, arredi per negozi, articoli di design e pannelli acustici.



Economia circolare ed innovazione per uno sviluppo più sostenibile


Da decenni le risorse offerte dalla Terra non sono più sufficienti per soddisfare le necessità ed i bisogni dell'uomo.

L'insostenibilità del contesto attuale è sottolineato da un indicatore: l'Ecological Footprint, che indica l'impatto dell'uomo sulla Terra, confrontando l'offerta con la domanda di risorse naturali del pianeta.


Dal 1961 al 2012, domanda ed offerta sono state in equilibrio solo fino al 1970. Da quest'anno in poi la domanda è sempre stata eccedente rispetto all'offerta.

Per poter invertire la tendenza è necessario dar vita ad una transizione dall'economia lineare all'economia circolare.

Il modello economico circolare, infatti, consente di coniugare la crescita economica con la tutela dell'ambiente, attraverso la valorizzazione di sottoprodotti e scarti, al fine di ridurre le materie prime vergini estratte dal sistema naturale ed i rifiuti reintrodotti nell'ambiente.

Per concretizzare tale transizione è necessario che le imprese comincino a rendere più sostenibili le proprie attività, sia per ottenere nuovi vantaggi competitivi, ma anche per tutelare gli ecosistemi naturali.


Un'impresa che incarna perfettamente i concetti dell'economia circolare è Nazena, una start up vicentina che realizza dagli scarti tessili nuovi prodotti sostenibili e circolari.


Nazena: dagli scarti tessili a nuovi prodotti circolari


Nazena basa le proprie attività sui principi dell'economia circolare, con l'obiettivo di rivoluzionare i settori della moda e del packaging, che sono responsabili di importanti impatti ambientali negativi a livello globale.

Infatti, considerando che ogni anno, l’85% degli scarti tessili industriali finisce in discarica o all’inceneritore (78 milioni di tonnellate) e, ognuno di noi butta, in media, 34kg di vestiti, e prendendo atto che il settore degli imballaggi è tra i maggiori responsabili della generazione di rifiuti di plastica, Nazena ha deciso di rendere più sostenibili tali industrie, implementando un sistema di economia circolare.



Nazena recupera gli scarti tessili post-industriali e post-consumo trasformandoli in prodotti nuovi, in una logica di up-cycling.

Grazie a un processo brevettato si arriva ad ottenere un materiale, anch’esso brevettato, che è in grado di assumere diverse forme e funzioni in base alle preferenze del cliente.

Con gli scarti recuperati, che possono essere in fibre naturali come cotone, lana, viscosa e seta, ma anche sintetiche come poliestere, nylon ed elastomero, si realizzano principalmente imballaggi, arredi per negozi, articoli di design e pannelli acustici.

Vengono progettati, ad esempio, articoli di imballaggio che assumono una seconda funzione una volta completata la prima.

Come i contenitori per il vino, che possono essere facilmente assemblati dal consumatore per diventare un vassoio di servizio o una lampada dal fine design.

Nel caso di prodotti per cui è difficile trovare una seconda funzione, invece, è previsto un programma di take-back: vengono quindi ritirati e lavorati, per essere trasformati in articoli nuovi e sempre ecologici. In questo modo, la start up riesce a prolungare la vita di beni che sono di solito destinati a un ciclo di utilizzo molto breve, come sono tipicamente gli imballaggi.



L’obiettivo di Nazena è raccogliere 250 tonnellate di scarti tessili entro il 2025. Se si considera che per ogni kg di tessuto riciclato risparmiamo (ovvero non emettiamo) 4kg di CO2, equivalente a 4 docce calde, si può ben immaginare quanto respiro riusciremmo a dare al nostro pianeta.

Per farci un’idea più precisa: l’equivalente dell’energia consumata da un’abitazione media per 74 anni.


La transizione, però, non si può concretizzare esclusivamente con progetti delle imprese produttrici, ma è necessaria la collaborazione dei fornitori e dei partner, e soprattutto dei consumatori.

Per questa ragione è essenziale sensibilizzare consumatori ed aziende ad adottare comportamenti più etici e responsabili.

Nazena, infatti, si rivolge alle industrie tessili e di abbigliamento ma anche ai negozi e ai consumatori. Per una sensibilizzazione trasversale e un cambiamento che agisca sull’intera filiera.

Alle aziende offre la possibilità di recuperare i propri scarti e trasformarli in nuovi prodotti, risparmiando sui costi di smaltimento e riducendo il proprio impatto ambientale, beneficiandone anche in termini di immagine.

Il loro materiale di scarto, però, può essere utilizzato anche per rispondere alle esigenze di negozi al dettaglio, trasformandosi in soluzioni personalizzate di arredamento e di imballaggio.

Nazena è impegnata, inoltre, nella creazione di una community di consumatori, grazie alla quale le persone potranno consegnare i loro vestiti usati per poi rientrarne in possesso in una nuova forma e funzione.


Il progetto di Nazena ci dimostra che la tutela dell'ambiente e la crescita economica, non sono nemiche ma alleate per rendere lo sviluppo più ecocompatibile.

Dunque, per evitare di danneggiare il futuro delle prossime generazioni e la salute del nostro pianeta, è necessario un cambiamento nel modo di fare business, ma anche l'adozione di nuove tecnologie e di comportamenti più responsabili da parte dei consumatori.

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