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  • Immagine del redattoreClaudio Ventura

Italia ad emissioni zero entro il 2040: ecco lo scenario di rivoluzione energetica di Greenpeace

Lo studio promosso da Greenpeace Italia dimostra la fattibilità di uno scenario di totale decarbonizzazione per il nostro Paese entro il 2040.



Lo studio, commissionato da Greenpeace Italia all’Institute for Sustainable Futures di Sydney (ISF), dimostra come una rivoluzione energetica del Paese potrebbe fornire enormi vantaggi economici, occupazionali ed ambientali.


Nell'ultimo periodo sono stati condotti studi che evidenziano le opportunità alla base di una ripartenza green e lo scenario "Italia 1,5" di Greenpeace risulta ancora più ambizioso.



La ricerca è chiara: è possibile un futuro green per l'Italia


Lo studio prevede due scenari possibili:


1- “Energy [R]evolution” – E[R]: che punta alla decarbonizzazione entro il 2050;

2- “Advanced Energy [R]evolution” – Adv E[R]: che mira alla decarbonizzazione del settore energetico entro il 2040, al fine di favorire il contenimento della temperatura globale entro 1,5°C.


Dato che lo scenario Adv E[R] è l'unico coerente con gli Accordi di Parigi lo analizzeremo in modo più approfondito per comprenderne i dettagli.

Lo scenario Adv E[R] prevede il raggiungimento di una quota di produzione di energia elettrica rinnovabile pari al 75% nel 2030 e pari al 100% nel 2040.


Considerando un aumento della quota di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, l'obiettivo sarà quello di rivoluzionare il sistema dei trasporti, elettrificando i consumi, investendo maggiormente nel trasporto pubblico e nelle forme di mobilità condivisa ed alternativa.


Per rendere possibile tale scenario si richiedono importanti investimenti nel settore elettrico pari a 37 miliardi tra il 2020 ed il 2030, ma bisogna anche considerare un risparmio sui costi dei combustibili fossili pari a 36,5 miliardi.

Dallo studio, dunque, è evidente come i risparmi potrebbero coprire i costi aggiuntivi, considerando anche che i risparmi tra il 2030 ed il 2050 supererebbero i costi di investimento.


Dal punto di vista occupazionale, entro il 2030, si potrebbero generare 163000 posti di lavoro nel settore energetico.



Considerazioni finali


Lo studio evidenzia innegabili vantaggi economici ed occupazionali, ma anche e soprattutto ambientali.

Si stima, infatti, entro il 2030, un taglio delle emissioni di CO2 pari al 59-60%.


Lo scenario garantirebbe, inoltre, una maggiore indipendenza energetica dell'Italia grazie al drastico calo dell'importazione di energia da altri Paesi.


Per concretizzare tale piano è necessario snellire la burocrazia per favorire l'avvento definitivo delle rinnovabili. Bisognerebbe, inoltre, rivedere il sistema distributivo dell'energia elettrica, dato che il sistema tradizionale appare non indicato per favorire lo sviluppo delle fonti rinnovabili.


E' necessario un sistema distributivo non più eccessivamente centralizzato, ma molto più dislocato sul territorio nazionale, come la smart grid o rete elettrica intelligente che non è una rete unidirezionale ma bidirezionale. Ciò significa che la rete intelligente è in grado di far comunicare produttori e consumatori.

La rete intelligente, quindi, sarà costituita da molte altre reti più piccole, che grazie alla tecnologia digitale, potrà mettere in comunicazione i consumatori ed i produttori anche a livello locale, riuscendo a distribuire l’energia in modo efficiente.


Lo scenario promosso da Greenpeace Italia dimostra ed evidenzia gli innegabili vantaggi economici, occupazionali, sociali ed ambientali di una rivoluzione energetica di tale portata.

La speranza è che il nostro Paese sia davvero pronto ad un cambiamento simile, al fine di rilanciare la propria economia, generando nuovi posti di lavoro, riducendo le emissioni inquinanti ed aumentando sensibilmente la propria indipendenza energetica.



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