Dal 19 gennaio, a Milano, sarà vietato fumare in alcuni luoghi all'aperto (stadi, parchi, fermate dei mezzi pubblici). Entro il 2025, inoltre, l'obiettivo è quello di rendere Milano una città totalmente "smoking free", riducendo il valore di Pm10 causato dal fumo di sigaretta.
A Milano, dal 19 gennaio, non si potrà fumare all'aperto, in particolare nei luoghi più affollati.
Il divieto, infatti, è in vigore nei pressi delle fermate dei mezzi pubblici, negli stadi e nelle arene, nelle aree giochi dei bambini ed in quelle dedicate ai cani e nei cimiteri.
Al momento il divieto non è totale, dato che sarà possibile fumare nei luoghi all'aperto più isolati.
In particolare non si correrà alcun rischio di ricevere una sanzione (di 40 euro) nel momento in cui si fuma ad una distanza almeno superiore ai 10 metri rispetto agli altri.
Gli effetti sociali ed ambientali del nuovo divieto
L'obiettivo del divieto è quello di ottenere effetti positivi sia dal punto di vista sociale che ambientale.
Le nuove regole, infatti, servono a sensibilizzare la popolazione in modo graduale.
Lo scopo sarà quello di rendere Milano, entro il 2025, una città totalmente "smoking free".
Inoltre le nuove regole avranno degli inevitabili effetti sull'ambiente e sulle emissioni inquinanti.
Secondo un esperimento condotto da Roberto Boffi, pneumologo dell'Istituto nazionale tumori (Int) di Milano, le quantità di polveri sottili Pm10 prodotte da una locomotiva sono pari a quelle rilasciate da 5 sigarette.
"Mentre un locomotore produce 3500 microgrammi/metro cubo di PM10, una sigaretta produce 717 microgrammi/metro cubo di polveri sottili nello stesso lasso di tempo; quindi 5 sigarette inquinano quanto un locomotore a parità di tempo di emissione.
Il fumo passivo può essere qualitativamente addirittura più dannoso del fumo attivo, in quanto le sostanze tossiche e cancerogene emesse dalla sigaretta sono più concentrate nell'aria.
Questi esperimenti dimostrano che anche all'aperto una sola sigaretta può emettere una quantità di polveri sottili veramente notevole."
A tale esperimento si aggiunge una ricerca dell’Istituto, pubblicata sull'European Respiratory Journal, che analizza la qualità dell’aria in due vie, via Pontaccio (via trafficata) e via Fiorichiari (via pedonale) della zona Brera, nel centro della città di Milano, per confrontare i livelli di particolato emessi dal traffico veicolare con quelli diffusi dal fumo di sigaretta in una via pedonale.
"Il risultato è stato sorprendente: nelle ore serali, cioè tra le 18 e le 24, la qualità dell’aria era peggiore nella zona pedonale rispetto alla zona trafficata, dato evidentemente correlato al fatto che, proprio durante quelle ore, si erano concentrati nella zona ad alta concentrazione di bar e di locali, il maggior numero di fumatori. Dopo la mezzanotte, invece, quando i bar e i ristoranti chiudevano, la qualità dell’aria migliorava fino a invertire i valori rilevati, che indicavano quindi una maggiore quantità di PM nella zona trafficata rispetto alla zona pedonale."
Da questi dati si evince come, il fumo di sigaretta, sia estremamente dannoso per l'ambiente e per la salute umana.
In una città come Milano, caratterizzata da elevati valori di inquinamento e di polveri sottili, il divieto di fumare all'aperto potrebbe garantire una riduzione dei valori di Pm10, minimizzando, inoltre, gli effetti dannosi provocati ai non fumatori dal fumo passivo.
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