Lo spreco si sviluppa lungo tutta la filiera agroalimentare, dalla fase di produzione a quella del consumo. La promozione della filiera corta, caratterizzata da un numero di passaggi minore dal produttore al consumatore, può essere una soluzione vantaggiosa per tutti.
Con l’aumento della popolazione, sarà inevitabile un incremento della produzione di cibo, ma, allo stesso tempo, bisognerà mantenere ai livelli minimi il fenomeno dello spreco alimentare.
La Legge 19 agosto 2016, n.166 definisce “lo “spreco alimentare” inteso come l'insieme dei prodotti alimentari scartati dalla catena agroalimentare per ragioni commerciali o estetiche o perché prossimi alla data di scadenza, ancora commestibili e potenzialmente destinabili al consumo umano o animale e che, in assenza di un possibile uso alternativo, sono destinati a essere smaltiti.”
Chiarita la definizione di spreco alimentare è necessario scoprire quali possono essere le soluzioni per affrontare questo fenomeno.
La filiera agroalimentare è caratterizzata da un grande numero di passaggi, talvolta inutili, per poter far arrivare il prodotto al consumatore finale. Rendendo la filiera più snella e meno articolata si potrebbero ottenere vantaggi economici ed ambientali non trascurabili.
Considerando che la maggior parte del cibo che consumiamo quotidianamente deve viaggiare per migliaia di chilometri, si rendono necessari imballaggi e l'utilizzo di mezzi di trasporto che contribuiscono ad aumentare il livello di emissioni inquinanti. Inoltre, dato che si coinvolgono numerosi intermediari lungo la filiera, il prezzo del prodotto, come anche il costo di produzione sarà molto elevato.
Rendendo la filiera agroalimentare "corta", snella ed essenziale, si potrebbero rimuovere i passaggi non necessari. In questo modo, con lo sviluppo di farmer's market, non solo il consumatore potrà avere a disposizione un prodotto dalle migliori caratteristiche organolettiche, ma anche dal prezzo più conveniente. Il produttore, inoltre, risparmierà i costi di imballaggio e trasporto.
Filiera corta e farmer's market: convenienza e sostenibilità
Con la diffusione della filiera corta si può essere in grado di creare una relazione diretta tra il produttore ed il consumatore, evitando passaggi inutili e minimizzando il numero degli intermediari, riducendo, in questo modo, gli sprechi lungo la catena agroalimentare.
Ciò consente di ridurre i lunghi spostamenti che la merce deve affrontare per arrivare al consumatore, con conseguente abbattimento delle emissioni inquinanti.
La riduzione dei trasporti comporta un conseguente calo dei consumi energetici e degli imballaggi per conservare la merce. Il prodotto, infatti, sarà venduto fresco e direttamente al consumatore.
Per rendere possibile questo rapporto diretto, i produttori stessi possono creare dei mercati locali chiamati farmer's market, in cui i consumatori possono trovare prodotti freschi, con migliori caratteristiche organolettiche, il cui prezzo è contenuto.
La filiera corta, infatti, garantisce non solo vantaggi ambientali ma anche economici.
Riducendo i costi distributivi e legati al trasporto, il prezzo del prodotto finale sarà molto più accessibile ai clienti.
Attraverso la filiera corta, il consumatore potrà essere in grado di rafforzare il legame con il proprio territorio e valorizzare la produzione locale.
I mercati locali, infatti, offrono l'opportunità di riscoprire sapori tradizionali, ma sono anche luoghi sociali in cui è possibile condividere conoscenze tra i produttori ed i consumatori.
Per lo sviluppo dei mercati locali o farmer's market è stata fondamentale la Fondazione Campagna Amica, promossa da Coldiretti, che “nasce nel 2008 per realizzare iniziative volte ad esprimere pienamente il valore e la dignità dell’agricoltura italiana, rendendo evidente il suo ruolo chiave per la tutela dell’ambiente, del territorio, delle tradizioni e della cultura, della salute, della sicurezza alimentare, dell’equità, dell’accesso al cibo a un giusto prezzo, dell’aggregazione sociale e del lavoro”.
La filiera corta, dunque, può essere una soluzione per arginare il problema dello spreco alimentare.
Riducendo i passaggi dal produttore al consumatore si possono garantire minori tassi di deperibilità dei prodotti, e quindi, meno spreco di cibo e risorse.
La valorizzazione dei prodotti locali nei farmer's markets, garantisce evidenti vantaggi economici sia per i produttori che per i consumatori, oltre che importanti vantaggi ambientali.
In questo modo si incentiva una produzione ed un consumo di cibo più conveniente, sostenibile, e soprattutto, sano.
Commentaires