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Immagine del redattoreClaudio Ventura

Disastro ambientale in Israele: uno dei peggiori degli ultimi decenni

Più di mille tonnellate di bitume hanno raggiunto e coinvolto quasi la metà della costa del Paese. Secondo gli esperti si tratta del peggiore disastro ambientale che ha colpito Israele negli ultimi 10 anni.



Il bitume ha coinvolto più di 180 km di costa del paese, arrecando gravi danni alla fauna marina.

La corrente, infatti, spinge a riva animali vivi ma ricoperti di catrame.

Il disastro è stato favorito dalle condizioni atmosferiche precarie. Violente mareggiate e tempeste hanno agevolato lo spostamento del bitume verso le coste di Israele.

Per contenere i danni si sono attivati migliaia di volontari (seguiti dalle autorità competenti) che hanno cominciato a salvare gli animali ricoperti di catrame ed a tentare di rimuovere il bitume dalle coste.

Tuttavia, le operazioni di pulizia delle zone coinvolte sembrano essere complicate e ci vorranno mesi per completarle.

In soli 200 metri di costa, infatti, i volontari sono stati in grado di rimuovere 3 tonnellate di catrame.

Le dinamiche del disastro non sono ancora chiare. Si ipotizza che lo sversamento possa essere stato causato da una petroliera non ancora identificata in navigazione a circa 50 km dalla costa israeliana.


Il disastro evidenzia, ancora una volta, i potenziali danni connessi all'utilizzo dei combustibili fossili.

Tali "incidenti" si stanno verificando con maggiore frequenza, arrecando gravissimi danni agli ecosistemi delle zone coinvolte ma anche all'economia ed al turismo dei territori che affrontano questi disastri.

Ricordiamo, a tal proposito, lo sversamento di 1000 tonnellate di carburante avvenuto il 25 luglio 2020, che ha compromesso l'ecosistema di Mauritius e lo sversamento di circa 20000 tonnellate di petrolio nel fiume Ambarnaya del 29 maggio 2020.


Eventi di tale portata non possono essere ignorati, ma occorre prevenirli intraprendendo un inevitabile percorso di decarbonizzazione.

Anche se al momento si tratta di un'utopia, è essenziale intraprendere la via della transizione energetica, riducendo al minimo l'utilizzo dei combustibili fossili e favorendo il più possibile la crescita delle fonti energetiche rinnovabili.


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