Secondo l'ONU, Taranto rientra nelle "zone di sacrificio", ossia tra le aree più degradate ed inquinate del mondo. Una zona in cui, si cita testualmente, si sono verificate per decenni violazioni dei diritti umani, mediante l'emissione di inquinanti atmosferici che hanno compromesso la salute della popolazione. Insomma si tratta di "una macchia sulla coscienza collettiva dell'umanità".
Secondo il rapporto annuale “The right to a clean, healthy and sustainable environment: non-toxic environment” redatto dal Relatore speciale delle Nazioni Unite sugli obblighi in materia di diritti umani relativi al godimento di un ambiente sicuro, pulito e sostenibile, David R. Boyd, l'area dell'Ilva di Taranto rientra tra le zone più degradate, pericolose ed inquinate del mondo, insieme a quella di Quintero-Puchuncavi in Cile, Bor in Serbia e Pata Rat in Romania.
Il rapporto, pubblicato e approvato dal Consiglio per i diritti umani dell’Onu il 12 gennaio 2022, denuncia la presenze di "zone di sacrificio" in cui i Governi hanno anteposto gli interessi economici a discapito della salute e dei diritti umani.
Secondo il report, l'acciaieria Ilva di Taranto, in Italia, ha compromesso la salute delle persone e violato diritti umani per decenni scaricando enormi volumi di inquinamento atmosferico tossico. Nelle vicinanze i residenti soffrono di livelli elevati di malattie respiratorie, malattie cardiache, cancro, malattie neurologiche debilitanti e mortalità prematura.
Le attività di pulizia e bonifica in programma dal 2012 sono state posticipate al 2023, con l'introduzione da parte del Governo di appositi decreti legislativi che hanno consentito all'impianto di continuare a funzionare.
Nel 2019 la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha concluso che l'inquinamento ambientale continuava, mettendo in pericolo la salute dell'intera popolazione residente nelle aree a rischio.
Le "zone di sacrificio" rappresentano alcune delle aree più inquinate del mondo, dove si verificano gravi violazioni dei diritti umani, in particolare di popolazioni povere, vulnerabili ed emarginate.
Le zone di sacrificio rappresentano l'inadempimento dell'obbligo di uno Stato di rispettare e proteggere il diritto ad un ambiente sano e sostenibile e l'area dell'Ilva di Taranto rientra, purtroppo, tra queste.
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