Secondo uno studio di ENEA condotto su quattro città italiane (Roma, Torino, Bologna e Trento), lavorare da casa consente di ottenere diversi vantaggi in termini di risparmio di tempo, distanze percorse, carburante ed emissioni inquinanti.
Secondo lo studio condotto da Enea sull'impatto ambientale del lavoro da remoto a Roma, Torino, Bologna e Trento nel quadriennio 2015-2018, pubblicato sulla rivista internazionale "Applied Sciences", lavorare da casa riduce le emissioni inquinanti di circa 600 chilogrammi di anidride carbonica all'anno per lavoratore, comportando un significativo risparmio di tempo (circa 150 ore), di distanza percorsa (3.500 km) e di carburante (260 litri di benzina o 237 litri di gasolio).
"Nel nostro Paese, circa una persona su due possiede un'auto, il che posiziona l'Italia al secondo posto in Europa per il tasso di motorizzazione, dopo il Lussemburgo", ha spiegato Roberta Roberto, ricercatrice ENEA del Dipartimento Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili e coautrice dell'indagine, insieme a Bruna Felici, Alessandro Zini e Marco Rao. In Italia, i trasporti generano oltre il 25% del totale delle emissioni nazionali di gas serra, di cui il 93% è dovuto al trasporto su strada, con le automobili che rappresentano la quota maggiore (70%).
"Il lavoro a distanza ha dimostrato di migliorare l'equilibrio tra vita e lavoro, di ridurre il traffico e l'inquinamento atmosferico urbano, e di rivitalizzare intere aree periferiche", ha dichiarato Roberto.
In base alle risposte di un campione di 1.269 lavoratori agili dell'Amministrazione Pubblica nelle quattro città esaminate, i quali utilizzano veicoli privati a combustione interna per gli spostamenti, una giornata di lavoro da casa comporterebbe una riduzione di 6 kg di emissioni di CO₂ e un risparmio di 85 megajoule (MJ) di carburante pro capite.
Tuttavia, vi sono ulteriori benefici ambientali: una diminuzione degli ossidi di azoto per persona al giorno (da 14,8 g a Trento a 7,9 g a Torino), del monossido di carbonio (da 38,9 g a Roma a 18,7 g a Trento) e del PM10 (da 1,6 g a Roma a 0,9 g a Torino), nonché del PM2,5 (da 1,1 g a Roma e Trento a 0,6 g a Torino).
Inoltre, per gli spostamenti al di fuori dell'orario di lavoro durante il telelavoro, il 24,8% del campione ha scelto mezzi di trasporto più ecologici (mezzi pubblici, spostamenti a piedi o in bicicletta), l'8,7% ha optato per il trasporto privato, mentre il 66,5% non ha modificato le proprie abitudini di mobilità.
Conclusioni
I risultati di questa ricerca confermano gli importanti effetti positivi che il lavoro a distanza può avere sulla qualità della vita dei lavoratori e sull'ambiente. I decisori politici dovrebbero definire strategie specifiche a sostegno del lavoro a distanza, soprattutto per i lavoratori che hanno poche alternative ai mezzi di trasporto privati e il cui pendolarismo quotidiano è condizionato da lunghi tempi di attesa dovuti alla congestione del traffico.
Allo stesso tempo, i risultati di questa indagine evidenziano l'importanza di offrire il lavoro a distanza come una scelta e non come un obbligo, poiché ogni lavoratore presenta condizioni di vita e priorità diverse.
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