Il Recovery Fund rappresenta un'opportunità irripetibile per rilanciare l'economia italiana e per creare un nuovo modello di sviluppo sostenibile e tecnologicamente avanzato.
Il Recovery Fund rappresenta un sostegno fondamentale per la ripresa economica dei Paesi dell'Unione Europea colpiti dalla pandemia.
L'accordo storico, seppur raggiunto con parecchie difficoltà, prevede la costituzione di un fondo che ammonta a 750 miliardi di euro (di cui 390 miliardi a fondo perduto e 360 sotto forma di prestiti).
La costituzione di un tale fondo rappresenta una vittoria per tutte le parti in causa, sia per i paesi frugali (Olanda, Austria, Svezia, Danimarca, Finlandia), ma anche e soprattutto per l'Italia che potrà godere di una somma pari a 209 miliardi di euro.
L'ammontare della fetta di aiuti che spetta all'Italia, pone inevitabilmente il nostro Paese sotto esame agli occhi degli altri membri dell'Unione Europea.
Un mix di opportunità e responsabilità, dunque, obbligano l'Italia ad utilizzare un sostegno di tale portata nel miglior modo possibile, per rilanciare la nostra economia, magari puntando su modelli di sviluppo fondati sulla tecnologia e sulla sostenibilità, per rispettare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra entro il 2030, stabiliti dall'Accordo di Parigi.
L'Italia per essere in linea con l'Accordo di Parigi dovrebbe attuare innanzitutto un processo di transizione energetica.
In altre parole la fetta di energia elettrica prodotta da combustibili fossili deve ridursi, per far crescere la porzione prodotta dalle fonti energetiche rinnovabili.
In questo modo si produrrebbe energia in modo sostenibile e non inquinante e si potrebbero creare nuovi posti di lavoro nel settore dell'efficienza energetica, oltre che a rendere minimi gli impatti delle auto elettriche.
Ciò ridurrebbe sensibilmente il livello di inquinamento dovuto agli scarichi delle auto tradizionali nelle città ed aree più trafficate.
Gli investimenti potrebbero essere dedicati, inoltre, nel settore dell'edilizia, favorendo la rigenerazione di aree urbane, la creazione di smart city e la diffusione dei principi dell'architettura sostenibile.
In particolare si dovrebbero incentivare l'utilizzo di materiali a basso impatto, ma anche dalle elevate prestazioni in termini di isolamento termico, per realizzare strutture ed edifici ad energia netta pari a zero.
In altre parole si tratta di edifici capaci di produrre energia pari a quella consumata in un anno, con conseguenti benefici economici (risparmio in bolletta) ed ambientali (meno consumi energetici).
Ad esempio, l'utilizzo di pompe di calore combinate con pannelli fotovoltaici e rispettivi sistemi di accumulo, rende possibile sfruttare le fonti energetiche rinnovabili e produrre energia in modo indipendente soddisfacendo il fabbisogno energetico richiesto.
Per quanto riguarda il concetto di smart city, invece, è essenziale investire nelle tecnologie digitali per poter essere in grado di valutare i dati relativi ai flussi di materiali in entrata ed in uscita della città stessa.
Considerando l'area urbana come un organismo vivente (metabolismo urbano) e sfruttando le nuove tecnologie, è possibile scoprire come e in che modo si verificano sprechi energetici e di risorse, rendendo efficiente "l'organismo", e, di conseguenza, progettando la città in modo sostenibile ed innovativo.
Facendo riferimento alle tecnologie digitali è innegabile il loro utilizzo nel mondo dell'agricoltura 4,0.
I fondi a disposizione potrebbero rendere la produzione agricola nazionale più sostenibile (meno sprechi di risorse) e di qualità (tracciamento delle operazioni subìte dal prodotto lungo tutta la filiera agroalimentare), ma sono necessari corsi di formazione ed adeguamento delle competenze nei confronti degli imprenditori agricoli ed agevolazioni per rinnovare il parco mezzi a disposizione delle aziende.
Attraverso il Recovery Fund, dunque, si potrebbero porre le basi per un nuovo modello di sviluppo capace di far crescere il Paese dal punto di vista economico, tecnologico e sociale, migliorando sensibilmente il benessere della popolazione e riducendo le emissioni inquinanti.
Da come sfrutteremo tale opportunità dipenderà la reale ripresa e l'effettiva crescita dell'Italia.
Abbiamo gli occhi di un intero continente puntati su di noi e abbiamo l'obbligo di non sbagliare questa prova e la responsabilità di dimostrare che, attraverso un percorso green, è possibile affrontare e superare una delle più grandi crisi economiche della società moderna.
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