Il Circular Juice Bar progettato da Carlo Ratti incarna perfettamente i concetti di economia circolare. Il bar produce esclusivamente spremute d'arancia e, dagli scarti delle bucce, si ottengono tazzine usa e getta in bioplastica.
L'impatto ambientale di oggetti di plastica monouso è molto elevato. Recenti studi hanno dimostrato che, l'abbandono di rifiuti di plastica nell'ambiente esterno, oltre a danneggiare gli ecosistemi terrestri ed acquatici, potrebbe avere degli effetti anche sulla salute umana.
Dai tradizionali rifiuti di plastica, infatti, si generano microplastiche che ingeriamo quotidianamente bevendo semplicemente acqua o consumando determinati alimenti (ad esempio pesci ed invertebrati).
Tale fenomeno deve incentivare progetti di ricerca in grado di individuare materiali capaci di sostituire la plastica, mantenendo le stesse ottime prestazioni, ma minimizzando gli impatti ambientali.
Un esempio di progetto in grado di concretizzare i concetti di economia circolare e che ci fa ben sperare in un futuro "plastic free", è il Circular Juice Bar ideato da Carlo Ratti e nato in collaborazione con la società energetica globale Eni.
Il bar rappresenta l'ennesima invenzione di Carlo Ratti che unisce design, tecnologia, innovazione e sostenibilità.
Il Circular Juice Bar del progetto FEEL THE PEEL, produce un solo prodotto: spremuta d'arancia fresca.
Il processo di produzione della spremuta prevede zero scarti e non contempla l'utilizzo di materiali plastici tradizionali.
Davanti al cliente, infatti, le bucce sono riutilizzate per realizzare tazzine in fibra naturale monouso, grazie all'impego di una stampante 3D.
Ogni singola fase del processo, dalla produzione della spremuta d'arancia fino alla realizzazione delle tazzine biodegradabili, è automatizzata.
"CRA-Carlo Ratti Associati, in collaborazione con la compagnia energetica globale Eni, ha sviluppato un Circular Juice Bar sperimentale che utilizza le arance per produrre bioplastica, la trasforma in filamento e tazze usa e getta stampate in 3D per bere il succo appena spremuto.
Il prototipo "Feel the Peel" è uno spremiagrumi alto 3,10 metri, sormontato da una cupola riempita con 1.500 arance. Quando una persona ordina un succo, le arance scivolano nello spremiagrumi, mentre le sue bucce si accumulano sopra, poi trasformate in bioplastica attraverso un processo di essiccazione e macinazione. Una volta riscaldato e fuso, il polimero diventa un filamento, utilizzato da una stampante 3D incorporata nella macchina."
Il progetto di Carlo Ratti dimostra l'esistenza di alternative valide e poco inquinanti rispetto alla plastica.
Attraverso la creatività che contraddistingue le sue opere, Carlo Ratti ci insegna che, dopotutto, i cambiamenti sono possibili e che si può immaginare e realizzare un futuro totalmente libero dalla plastica.
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