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Immagine del redattoreClaudio Ventura

Gestione più sostenibile dei residui organici: svolta green degli agriturismi Coldiretti

Con il d.lgs. 3 settembre 2020, n. 116, dal 1° gennaio 2021, i rifiuti generati dalle attività agricole o dalle attività connesse, non sono più considerati come rifiuti urbani. In questo i residui organici potrebbero essere impiegati per ottenere concime naturale ed energia pulita.



Con il d.lgs. 3 settembre 2020, n. 116 si possono aprire importanti opportunità per agriturismi ed attività connesse, per una gestione più sostenibile dei residui organici, perfettamente coerente con i principi dell'economia circolare.

Come si apprende su "Il Punto Coldiretti", applicare i principi dell'economia circolare nella gestione dei residui organici, favorirebbe una riduzione dell'impatto ambientale attribuibile alle attività degli agriturismi.

E' opportuno precisare, però, che i Comuni e le aziende coinvolte dal Decreto sono in attesa di comunicazioni da parte del Ministero dell’Economia e delle finanze da concordare con il Ministero della Transizione ecologica, capaci di indicare le modalità pratiche di attuazione delle novità legislative.


"Si tratta, infatti, di conoscere gli effetti di tale previsione normativa soprattutto per il settore agricolo, tenuto conto che soltanto per le attività connesse il d.lgs. n. 116/2020 ha posto una espressa esclusione dall’ambito dei rifiuti urbani.

L’eventuale previsione di un regime transitorio che consenta ai Comuni ma anche alle imprese di adeguarsi alle novità normative e di riorganizzare il sistema di gestione dei rifiuti deve, in ogni caso, tener conto del carattere speciale dell’attività agricola per evitare che eventuali soluzioni proposte possano comportare un aggravio di costi ed oneri a carico delle imprese."


"Si aprono, a questo punto, diverse opportunità per gli agriturismi e per tutte le altre attività connesse, attraverso una gestione dei residui organici pienamente in linea con i principi dell’economia circolare.

I residui organici rappresentano, infatti, un’importante fonte di energia e un ottimo fertilizzante da sostituire ai prodotti chimici di sintesi.

Le attività di compostaggio, anche integrate da processi di digestione anaerobica, consentono di ottenere un compost realizzato con scarti organici e sottoprodotti, da utilizzare per arricchire i suoli con sostanza organica, migliorare le caratteristiche fisiche e biologiche del terreno ed apportare elementi nutritivi alle coltivazioni.

La pratica del compostaggio, inoltre, consente di ridurre le emissioni dovute ai trasporti dei rifiuti organici e speciali, di contenere gli impatti ambientali grazie ad una riduzione del conferimento dei rifiuti in discarica nonché di ottenere un contenimento dei costi di gestione, specialmente per le realtà imprenditoriali frammentate e differenziate sul territorio, dislocate al di fuori del perimetro urbano, spesso in zone interne o di montagna caratterizzate da notevoli difficoltà organizzative sul piano della logistica risultandone difficile il raggiungimento ai fini della raccolta e della ubicazione degli impianti.

Le attività connesse possono diventare, quindi, fattore decisivo per consentire all’agricoltura di valorizzare la propria dimensione multifunzionale attraverso i benefici che derivano dai residui aziendali da impiegare per chiudere il cerchio produttivo, nel pieno rispetto dei principi europei dell’economia circolare e della bioeconomia."


Valorizzando i sottoprodotti di natura organica, le attività indicate precedentemente potrebbero ridurre notevolmente il proprio impatto ambientale ed i costi di gestione dei rifiuti, migliorando, allo stesso tempo, le proprietà dei terreni e, di conseguenza, la qualità delle coltivazioni.


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